
Figli d’arte, giovanissimi, e soprattutto diabolici. Federico Chiesa da una parte e Giovanni Simeone dall’altra, 42 anni in due, capaci di mettere quasi sempre lo zampino, tra gol e assist, in tutte le gare (meno una, quella contro la Sampdoria) in cui la Fiorentina ha segnato almeno un gol. Col Verona è stato il Cholito ad aprire la “manita” di marcature e Chiesa a procurarsi il rigore poi trasformato da Thereau.
Col Bologna, invece, il gran gol da campione con palla spostata e tiro a girare, porta la firma del ragazzo cresciuto nel settore giovanile viola. E’ successo pure che, nonostante il loro impegno, alla fine, non sia arrivato nemmeno un punto: è successo a Verona contro il Chievo, quando Gio Simeone ha provato a spaccare la partita, prima con l’incornata vincente poi con un altro colpo di testa capace di esaltare Sorrentino.
Poi tre vittorie successive (e consecutive), contro Udinese, Benevento e Torino: assist di Cholito per l’1-0 di Thereau con tanto di palo colpito contro i friulani, e poi ancora passaggio vincente dell’argentino per Benassi, decisivo per sbloccare la gara a Benevento e show contro il Torino con assist e gol nella stessa partita per Simeone e rigore, poi trasformato da Babacar, procurato da Federico Chiesa. E’ stato poi sempre l’argentino a tentare di riaprire la gara di Crotone con il suggerimento vincente per Benassi, mentre l’azzurrino nella stessa partita ha dovuto fare i conti con una traversa scheggiata che gli ha negato la gioia del gol in trasferta.
Pure contro la Roma, Simeone ci ha messo la firma, salvo poi finire risucchiato pure lui dalla furia giallorossa. Contro la Spal il trascinatore è stato Chiesa, con gol nato su assist del Cholito. Sono i due giocatori che hanno provato a costruire le maggiori occasioni da rete per i viola: 24 Simeone, una in meno Chiesa. L’abisso con gli altri della rosa è gigantesco.

Di
Redazione LaViola.it