
Da Elliott, fondo americano, a BGB Weston, gruppo che ha sede a Londra: anche così il Milan si avvicina al rifinanziamento del debito contratto al momento dell’acquisto del club. Elliott è tecnicamente un hedge fund, quindi un fondo a carattere speculativo: ad aprile scorso ha prestato alla nuova proprietà i 303 milioni di euro necessari a chiudere la compravendita con Fininvest. BGB è più semplicemente un advisor, dunque una società che per conto del Milan si impegnerà a trovare una banca o un altro fondo disposto a rifinanziare il debito. La questione è più «formale» di quanto sembri: e formale, come ha abituato l’a.d. Fassone, riguarda l’aspetto più pratico delle questioni.
Il vantaggio che offrirà BGB Weston sarà quello di rivolgersi a un ente che accetterà di incassare il debito in 5 anni, cioè entro la primavera del 2023, e non più nel 2018, come pretende invece Elliott. I tassi di interesse resterebbero simili: con gli americani l’ammontare era stimato in 50-60 milioni, che verranno comunque versati. La cifra complessiva – ora più alta – chiesta dal Milan comprenderà anche una somma da destinare alla gestione del club. «Fondata nel 2002, BGB Weston opera attivamente nel settore dei servizi finanziari, offrendo soluzioni di gestione e di consulenza finanziaria per investitori istituzionali e privati» si legge sul sito del gruppo. Un link all’interno dell’area «our services» rimanda a Sport Finance, cioè all’impegno della società nel settore. «Abbiamo consigliato diversi club di Premier, Liga e Serie A, aiutandoli ad accedere ai mercati internazionali dei capitali. BGB ha consigliato, sostenuto il debito finanziario dei club e fornito ai clienti un accesso privilegiato a una gamma diversificata di fornitori di capitali».
Un accesso privilegiato era quello che serviva al Milan per liberarsi dalla pressione della scadenza con Elliott, fissata per l’ottobre del 2018. Se il compito dell’advisor riuscirà avrà maggiore libertà nei tempi, in modo tale da poter raccogliere i proventi che si augura di ricavare dal mercato cinese o, prospettiva ancora più solida, trovare un socio di rilievo con cui condividere il capitale azionario. Le prossime tappe, quelle con BGB, avranno scadenze più imminenti ma la circostanza va stavolta a vantaggio di entrambi: le prossime quattro settimane serviranno per completare una due diligence già avviata, le restanti quattro per il compimento vero e proprio dell’operazione.
Nella seconda fase rientra la sostanziale ricerca della banca o del fondo che subentri a Elliott e che potrebbe già essere individuato. Entrambe le parti punterebbero poi ad accorciare i tempi, eventualità che aiuterebbe il Milan anche in ottica Nyon: l’Uefa potrebbe vedere di buon occhio un simile avvicendamento. Così nonostante il Milan vantasse altri quattro soggetti pronti allo stesso intervento, due giorni fa è stato scelto BGB, con la firma dell’a.d. Fassone su un contratto esclusivo. Il Milan ha ovviamente fiducia nel gruppo londinese e confida di poter annunciare a breve l’identità del nuovo finanziatore. Del gruppo – anche se non figura sul sito in quanto collaboratore – fa parte anche l’ex collega juventino di Fassone, Antonio Giraudo. Non avrebbe però diretta influenza sul ramo sportivo, occupandosi invece di real estate, cioè del mercato immobiliare.

Di
Redazione LaViola.it