
Giovanni insegue la vita e il pallone. Si sbatte qua e là, fatica, soffre, ogni tanto sorride perché questo gioco gli piace un sacco. Simeone non è un fenomeno. Non ora, o non ancora. È però un centravanti che in campo butta tutto se stesso. Due gol in otto partite non sono molti, anche se corrispondono più o meno alla sua media personale da doppia cifra bassa. Tecnicamente i margini di miglioramento sono notevoli.
Pioli ci ha pensato e ripensato, approfittando del fatto che Saponara è di nuovo out per arretrare un po’ Benassi e avvicinare Chiesa e Thereau a Simeone e alla porta. Il tutto ha dato i suoi frutti domenica scorsa, quando la Fiorentina ha dominato un tempo l’Udinese e sofferto un po’ nel finale, come accade spesso e volentieri. I gol li ha fatti Thereau, ma la vera novità è che il ragazzo argentino questa volta di occasioni ne ha avute eccome.
La sfortuna (un palo) e la mira un po’ sballata gli hanno negato una domenica perfetta, ma questi passi in avanti e il ritocco al sistema di gioco sicuramente lo hanno aiutato a sentirsi meno solo. L’argentino fino a oggi è stato un intoccabile. Sempre titolare, ha avuto momenti felici e partite difficili. Ma un ragazzo giovane e volonteroso può crescere solo giocando.

Di
Redazione LaViola.it