
Ex Udinese ma anche ex Lazio ai tempi di Enrico Chiesa, Giuliano Giannichedda in esclusiva a LaViola.it parla proprio in vista della gara di domenica dei viola con la squadra di Delneri attesa al ‘Franchi’ alle 12,30 e anche del giovane Federico, sempre più leader della Fiorentina.
Fiorentina e Udinese, che stagione stanno facendo queste due formazioni?
“Sono due squadre che hanno cambiato tantissimo, soprattutto la Fiorentina che ha sostituito tutti i giocatori importanti con altri molto giovani. E’ chiaro che in un momento così ci sono delle difficoltà perché le altre squadre si sono attrezzate altrettanto per far bene. La Fiorentina ha preso giovani interessanti ma c’è bisogno di tempo. Pioli è bravissimo ma non si può pretendere di ottenere tutto subito. A Firenze è l’anno zero e bisogna aspettare e avere pazienza prima di capire cosa potrà fare questa squadra”.
Secondo te questo rappresenta uno scontro diretto? Due squadre che in questo momento storico si equivalgono?
“Sì è uno scontro diretto perché l’Udinese è sempre lì che come ogni anno cerca di mettere in mostra giovani interessanti per poi lanciarli nelle grandi squadre, mentre la Fiorentina, come detto, ha cambiato molto e forse è scesa un po’. Ad oggi sono due squadre di seconda fascia e quindi io considero questa partita uno scontro diretto tra due formazioni di seconda fascia”.
Chiudiamo con Federico Chiesa, tu hai giocato con il padre Enrico ai tempi della Lazio, cosa pensi del giovane gioiello viola?
“Sembra Enrico quando parte e si ingobbisce, mi piace la sua determinazione perché non è facile dimostrare quella cattiveria agonistica, quella voglia di arrivare, quando sei figlio di un personaggio importante come lui. Ha una cattiveria e un’ambizione sorprendente. Lo conoscevo perché occupandomi di ragazzi lo avevo già visto giocare, ma non mi aspettavo questa crescita e questa maturità, bisogna dare atto al ragazzo di quello che sta facendo. Federico è già un esempio giusto per tutti, perché ha la cultura del lavoro, anche grazie ad Enrico, ed è un giocatore ambizioso. E’ uno dei pochi esempi positivi che ha il calcio italiano”.

Di
Francesco Zei