James Pallotta ne ha per tutti, soprattutto per il Milan: “Non ho idea di cosa stia succedendo. Non ha senso. Non hanno i soldi in primo luogo per comprare la squadra, visto che hanno preso 300 milioni in prestito da persone che conosco a Londra, a un interesse piuttosto alto. E ora stanno spendendo ma la pagheranno” ha detto il presidente della Roma a SiriusXM FC. E sul nuovo stadio: “Se non si fa sono pronto a vendere il club”. Così riporta Sportmediaset.it.
Ai microfoni dell’emittente newyorchese, il numero uno giallorosso non si tira indietro e parla soprattutto del mercato del Milan che ha riacceso l’entusiasmo dei tifosi ma che, secondo lui, nasconde delle insidie: “Stanno spendendo, o almeno facendo importanti anticipi, per giocatori e pagheranno le conseguenze a un certo punto. Loro dicono che è tutto per qualificarsi alla Champions League, ma non sarà abbastanza. Quando gli stipendi saranno uguali ai ricavi, non so che diavolo succederà. Sono gli unici in Serie A che stanno perdendo la testa! Forse loro hanno un grande piano che un giorno scopriremo, ma il resto delle squadre sono in qualche modo razionali. Se potete spiegarmi il Milan, perché io non lo capisco…”.
Questa la risposta del Milan, affidata a Fassone: “Devo dire che sono sbalordito. Primo per lo stile, è inusuale – almeno in Italia – che un club attacchi in modo così diretto e con questa terminologia una consorella. Secondo per le imprecisioni contenute in queste dichiarazioni. Sentir dire che la proprietà del Milan non ha i soldi per comprare il club è sbagliato, quando tutti sappiamo che qualunque operazione di questa entità viene fatta abitualmente con la leva finanziaria. Poi si parla di cifre totalmente sbagliate. Ormai tutti sanno che la parte dei soldi relativi al fondo Elliott per finanziare l’acquisizione del Milan, è di 180 milioni su un valore del club di 740 milioni. Io non so lui a cosa si riferisca quando dice ‘pagheranno le conseguenze’. Non so se è una minaccia o no. Tutto il nostro piano prevede che gli stipendi rimangano sulla soglia che è tra il 50 e il 60% dei ricavi della società. Quest’anno è così. Noi siamo partiti da una soglia molto bassa, perchè nella precedente gestione gli stipendi erano al di sotto di una soglia ampiamente competitiva.
Il livello dell’indebitamento del club è di 120 milioni di euro. Rispetto al fatturato del club è straordinariamente migliore di quello che ha la Roma, che ha la sfortuna di essere quotata in borsa e quindi un bilancio pubblico. Io non mi permetto di commentarlo, ma chiunque lo può andare a vedere e verificare il livello di indebitamento. Non mi preoccupa che il presidente Pallotta non capisca come possa spendere il Milan, mi preoccupa di più quando fa l’accusa di ‘perdere la testa’. Noi manager cerchiamo di essere razionali e di essere freddi. Non siamo tifosi, ogni investimento è calcolato e basato sul fatto che si pensa di ripagarlo con i ricavi aggiuntivi che questo investimento porterà. Lo pregherei di tenere conto del fatto che i giocatori che abbiamo acquisito fino a questo momento sono giocatori che vanno nell’asset della società, che patrimonializzano il club e che danno un valore.
Quando si acquista una società – e il presidente lo fa bene perchè lo fa di mestiere – si guardano gli asset che questa ha in pancia e nel nostro caso gli asset sono quasi unicamente i giocatori. Quelli che abbiamo acquisito sono giovani e di grande prospettiva e che noi pensiamo ci diano risultati sportivi nel breve e risultati economici nel medio periodo. Il Milan va avanti, certo mi ha dato una sveglia queste dichiarazioni del presidente. Rinnovo veramente a lui l’invito, quando lui vorrà, io sono qui in Italia e lavoro 20 ore per il Milan. Sono a sua disposizione per confrontarmi sui bilanci miei e di quelli della Roma. Se devo imparare qualcosa sono disponibile ad impararlo, ma le critiche fatte in questo modo un po’ di fastidio me lo danno”.

Di
Redazione LaViola.it