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Giovani e giovanissimi, promossi e rimandati del ritiro di Moena

Un esercito di giovani e giovanissimi, saliti a Moena per ‘rimpolpare’ il gruppo di Stefano Pioli. Ragazzi emergenti, che al di là della situazione il tecnico ha voluto vedere da vicino. Tra loro anche il ‘nuovo Chiesa’? Può darsi, vedremo nelle prossime settimane se qualche giovane di belle speranze sarà confermato in prima squadra. Primo indiziato, in questo senso, Marco Meli. Il più giovane di tutti, trequartista classe 2000, ha impressionato Pioli ma anche tutto il gruppo viola. Testa sulle spalle, intelligenza e bel fisico per un ragazzo di 17 anni, che l’anno scorso faceva gli Allievi (in Primavera solo una manciata di minuti). “Tra i giovani mi piace molto Meli. Mi sta piacendo molto, ha fatto una settimana importante dal punto di vista fisico, è concreto. Resterà? Vedremo”, ha detto di lui Pioli. Sul finale di ritiro un affaticamento muscolare, ma gol e assist hanno impreziosito la sua prima convocazione in prima squadra.

Bene anche Gabriele Gori, classe ’99, punta centrale in alternativa a Babacar. Sì, Pioli ha dovuto far ‘di necessità virtù’, ma il giovane della Primavera si è mosso bene dimostrando prospettiva. Ancora acerbo forse per restare in prima squadra, ma con Bigica farà una grande annata. Così come Riccardo Sottil. Altro ’99, giocatore che Pioli ha utilizzato sulla trequarti. Fermato da un piccolo acciacco nel cuore del ritiro, ha chiuso bene con l’assist e alcune buone giocate contro il Bari. Positivi anche Michele Cerofolini e Giacomo Satalino, entrambi ’99: probabile la loro alternanza durante la stagione tra il ruolo di terzo portiere della prima squadra e titolare in Primavera.

A proposito di portieri, così e così Bartlomiej Dragowski (’97). Spavento per un movimento innaturale del ginocchio, non in particolare evidenza anche se dall’interno ne parlano bene. Il polacco, a meno di richieste di giocare con continuità, resterà come secondo di Sportiello. Julian Illanes (’97) ha trovato discreto spazio, soprattutto a livello numerico come quarto centrale difensivo, ma difficilmente rimarrà. A livello fisico non proprio pronto per il ‘salto’. Luca Ranieri (’99) di spazio ne ha trovato meno, perché a sinistra c’erano Maxi Olivera e (fino all’ultimo giorno) Milic. Comunque ragazzo di prospettiva. Terzo ritiro in prima squadra per Abdou Diakhate (’98), che però in mezzo ha avuto poco spazio. E non si è messo in particolare evidenza. Non benissimo Josip Maganjic (’99), che ha chiuso con 3 gol nelle amichevoli a Moena senza però entusiasmare, nonostante i circa 2 milioni complessivi spesi per lui dai viola.

Tra i giovani più ‘esperti’, ma comunque Under 20, da registrare l’ottimo impatto di Nikola Milenkovic. Classe ’97, fisico imponente, tecnica che da prime impressioni pare più da centrocampista che da difensore. Parla già l’italiano, e come ha sottolinato Pioli è un valore aggiunto per l’inserimento immediato nei meccanismi difensivi. Il serbo è uno che, in breve tempo, potrebbe anche prendersi il posto da titolare, sulla scia di quanto fecero Nastasic e Savic. Ottime impressioni anche da Ianis Hagi. Tecnica, tiro, visione di gioco. Un po’ troppo lezioso, a volte, e Pioli lo ha pizzicato. Senz’altro uno dei migliori del ritiro a Moena, il classe ’98 rumeno: posto da trequartista suo, in attesa di Saponara. In un anno la crescita è stata evidente, vedremo se basterà per rimanere in viola o se la società deciderà di fargli fare esperienza in prestito.

C’era curiosità anche di vedere l’impatto in Trentino di Andres Schetino (’94), Jaime Baez (’95) e Ante Rebic (’93). Tre non proprio giovanissimi, che potevano guadagnarsi un’altra chance. Un po’ fuori dagli schemi Schetino, più presenti Baez e Rebic anche per posizione tattica (con Pioli di fatto scoperto sugli esterni). Entrambi, però, hanno alternato momenti di spunti interessanti a periodi di vuoto. In particolare il croato non è sempre parso ‘sul pezzo’, e talvolta ripreso a gran voce da Pioli.

Infine coloro che sono arrivati in corso d’opera dal mercato. Rafik Zekhnini, esterno classe ’98, pronti-via e subito titolare con il Trento. Un gol, accelerazioni importanti. Ripetute anche, in parte, con il Bari. La condizione lo ha agevolato, visto che con l’Odd la stagione era già nel vivo. Ma è un ragazzo che dovrebbe essere inserito in rosa in pianta stabile, ed ha margini di miglioramento. Discorso diverso per Martin Graiciar, attaccante classe ’99 arrivato dopo l’Europeo U19 con la sua Repubblica Ceca: si è allenato praticamente sempre con i giovani, mai testato in amichevole. Con ogni probabilità farà la Primavera con Bigica.

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