
Diverso il clima tra Firenze e Moena. Non solo a livello di temperature, ma anche riguardo ai tifosi. Un po’ come accade spesso negli ultimi anni. Striscioni su striscioni in zona Franchi, applausi e richieste di autografi in val di Fassa. La preoccupazione per il momento viola regna in ogni caso sovrana tra tutti i sostenitori viola (e il comunicato della proprietà di qualche settimana fa ha di fatto aumentato questa sensazione), ma in questi giorni in Trentino la squadra è quasi isolata dalle tensioni che invece si percepiscono chiare a Firenze.
Voglia di fare, di lavorare, di fare gruppo. Carichi di lavoro piuttosto pesanti sulle gambe, poche certezze un po’ per tutti. Lo sa bene Stefano Pioli, che ha dato grinta e normalità al suo gruppo di lavoro, trasferendo un pizzico di serenità in questo inizio complicato della sua avventura. Gli è stata promessa una squadra competitiva, al di là di tutto. E allora il tecnico viola, in attesa che la rosa sia plasmata – mancano diversi pezzi importanti – cerca di ‘contare’ quelli che saranno i nuovi pilastri da cui ripartire. Alcuni punti fermi, tra campo e spogliatoio. Puntare sugli italiani, e su chi ‘sente’ la maglia viola. Determinazione e passione, del resto, sono i principi portati avanti fin dal primo giorno da Pioli.
Pronti-via, subito colloquio con Vecino e l’investitura per il ruolo di leader tecnico, lì in mezzo al campo. Mercato permettendo, ovviamente, tra la clausola rescissoria da 24 milioni che scade il 10 agosto e una situazione che, in realtà, potrebbe restare in bilico anche più avanti della dead-line citata. Con l’Inter che sta pressando per l’uruguaiano, dopo il naufragio dei sogni Nainggolan e Vidal. In secondo luogo, il capitano: annunciato al gruppo e ai tifosi, Davide Astori sarà l’uomo che rappresenterà la Fiorentina in campo e fuori. La base da cui ripartire anche in difesa. Poco più indietro, Marco Sportiello: il portiere titolare. Fiducia fin da subito nell’italiano. Davanti ci sono più dubbi, legati soprattutto al mercato. Ma altri due pilastri saranno Riccardo Saponara e Federico Chiesa. Il primo ancora svolge un programma personalizzato per recuperare al meglio, il secondo è stato accolto nel pomeriggio di ieri a Moena. Volto fresco, determinato con sguardo al futuro, quello di Chiesino. Un 20enne che senz’altro non dovrà avere addosso tutta la responsabilità tecnica e temperamentale di una Fiorentina in ricostruzione, ma sicuramente potrà rappresentare un valore importante.
In avanti c’è Babacar, che Pioli stuzzica e comunque apprezza. Un altro giocatore che ha bisogno di fiducia, dopo annate vissute come ombra di qualcun’altro (da Gomez a Kalinic). Anche qui situazione non limpidissima, legata anche al destino di Nikola Kalinic. Così come caso in evoluzione è quello di Milan Badelj: contratto in scadenza tra un anno, ultima fase in cui la Fiorentina potrebbe monetizzare. L’agente del giocatore da tempo spinge per la cessione, ma il croato resta concentrato sul ritiro. Già un anno fa doveva partire, poi è rimasto: possibile anche che il giocatore possa andare a scadenza. In tal caso sarebbe un altro punto fermo da cui ripartire.
Bernardeschi, invece, andrà via. Lo sanno tutti, lo sa Pioli. Che non vede l’ora di chiudere la vicenda. Il rinvio della sua convocazione in ritiro (prevista ora per giovedì 20 luglio) ha dato più tempo alla Juve, con la mediazione dell’avvocato Bozzo. I bianconeri vogliono portarlo in tournée, con partenza proprio il… 20 luglio. Fresche le accelerate per De Sciglio e Szczesny, con lo stesso intento: dare altri giocatori ad Allegri dopo la partenza di Bonucci. Intanto, tra rinvii e dichiarazioni pro-Juve, Berna è arrivato alla rottura. Con la Fiorentina (comunque rassegnata a cederlo), e soprattutto con la tifoseria. Durissimo lo striscione apparso ieri mattina al Franchi, ultimo atto di una storia d’amore che in coda ha avuto diverso astio.
Rinvio, infine, anche per Nikola Kalinic. Atteso per ieri a Moena, ora è convocato – dopo i motivi familiari che lo hanno riportato in Croazia – entro mercoledì in Trentino. Il comunicato viola, in coda, faceva intendere una sorta di rottura tentata dal croato, e soprattutto il passaggio a vie legali e tribunali nel caso in cui si fossero sforate le 48 ore aggiuntive di permesso. Le ultime raccontano di parti che si sarebbero riavvicinate, con Kalinic che è quindi atteso a Moena per domani. Kalinic e la Fiorentina sono di fatto due separati in casa, dopo l’outing dell’attaccante che annunciava la chiusura del suo ciclo a Firenze. Di fatto, però, il Milan – destinazione preferita del croato – adesso lo considera la quarta scelta (dietro Aubameyang, Belotti e Morata), e la distanza tra viola e rossoneri resta comunque elevata. Possibile, insomma, che Kalinic sia tornato parzialmente sui suoi passi (almeno per ora) non trovando grossi sbocchi rossoneri.
Un ritiro che, pur senza grossi sussulti, sta entrando nel vivo: domani atteso il rientro di Kalinic, giovedì la dead line per Bernardeschi, mentre per il weekend potrebbe arrivare a Moena anche Pantaleo Corvino. A quel punto, con un giocatore ‘vero’ da presentare (magari Eysseric o qualcosa in più, visto che tra centrocampo, esterni e attacco si attendono un paio di colpi importanti). Così come nel weekend è atteso anche qualche gruppo di tifosi più ‘accesi’. Che potrebbero far sentire la propria voce a squadra e società.

Di
Marco Pecorini