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Brasile, Partizan… inizia il mercato di Corvino. Riflessione sul giro di punte: dare fiducia o no a Babacar?

Inizia con Vitor Hugo il mercato estivo della Fiorentina. Un brasiliano di esperienza (26 anni), tutto da scoprire: lo conoscono bene in Sudamerica, da valutare come al solito l’impatto con il calcio europeo e soprattutto italiano. Un nome che ha già diviso i tifosi, in attesa di risposte dal campo, ma che comunque ha una sua logica. Serve rinforzare la difesa con potenziali titolari, in quest’ottica l’arrivo di un centrale è un buon segnale. A breve sarà ufficializzato anche Nikola Milenkovic, classe ’97 giovane promessa del Partizan. Altro centrale, che farà reparto con Davide Astori. Buona base per iniziare un’estate all’insegna della mezza rivoluzione.

Brasile e Partizan, parte così il mercato di Corvino. L’anno scorso l’arrivo tardivo e la scelta (poi non del tutto indovinata) di tenere i big e inserire ‘solo’ buone riserve; adesso la volontà di cambiare molto di un ciclo tecnico considerato a fine corsa, con possibilità di monetizzare. Ma anche la necessità di comprare giocatori di un certo livello. Ecco perché molto dipenderà dalle capacità di Corvino, di vendere bene e comprare altrettanto bene. Capendo poi quanto i Della Valle vorranno reinvestire dei soldi incassati, fermo restando che il noto ‘buco di bilancio’ è stato praticamente azzerato – lo dicono i numeri e i diretti interessati. Insomma, la possibilità di cambiare prospettive rispetto a quanto fatto dopo le cessioni di Cuadrado, Savic e Alonso. Vitor Hugo e Nikola Milenkovic, da Brasile e Partizan. Filo diretto per Corvino tra Sudamerica e Serbia, così come in passato: nel suo primo ciclo viola dal Brasile arrivarono Romulo, Neto, Jefferson, più il brasiliano Felipe Melo dall’Almeria; dal Partizan Gulan, Jovetic, Ljajic e Nastasic. Con Vidic che sfumò per un pelo.

Corvino riparte da qui. E da Stefano Pioli. Un allenatore scelto dal dg viola, dopo il rapporto complicato con Paulo Sousa. La volontà di condividere le diverse operazioni, in base allo stile di gioco dell’ex Inter, anche se a coordinare il tutto sarà come sempre il direttore generale. E senz’altro giocatori arrivati la scorsa estate – da Diks a Dragowski, da Maxi Olivera a Cristoforo, fino a Ianis Hagi – potrebbero avere altra considerazione ad inizio della nuova stagione. Magari inseriti in un ruolo tattico diverso o con fiducia rinnovata. A proposito di Pioli, dopo il blitz a Parma per la partita della Primavera viola, potrebbe arrivare oggi o domani a Firenze, per iniziare ufficialmente la nuova avventura in viola.

Tra i temi da discutere, anche l’attacco. Kalinic in partenza dopo il no alla Cina di gennaio, anche se qui bisognerà capire a quali cifre, visto che probabilmente il croato non rappresenta la priorità né per i club italiani, né per quelli esteri. 30-35 milioni la richiesta viola, al di sotto della clausola che fu messa mesi fa (da 50 milioni). Ma chi sborserà questi soldi? E quando? Probabile che si possa andare con tempi non brevissimi, e che a muoversi debbano essere prima altri big europei (da Aubameyang a Griezmann, da Lacazette ad Aguero, da Belotti a Morata), per innescare il giro di attaccanti ‘pesanti’. E di milioni.

E poi c’è Babacar: che fare con il senegalese? Dargli totale fiducia, o affiancargli un’altra volta un profilo ingombrante, giovane o esperto che sia? Quello che partirà potrebbe essere il quarto anno di fila in prima squadra viola per Baba, mai realmente titolare o in seria competizione per un posto. Prima Gomez, poi Kalinic, sempre spalla o ‘ombra’ di qualcuno. 9 gol in 28 gare con Montella, 7 reti in 24 partite con il primo Sousa, mentre quest’anno 14 gol in 31 presenze (18 da titolare). Una media gol alta, una rete ogni 126′ giocati; atteggiamento cambiato negli ultimi mesi (con i complimenti di Sousa, che poi lo mandava comunque spesso in panchina), ma anche limiti ancora da superare.

Diversi i profili valutati per l’attacco viola, da Simeone a Muriel, da Pavoletti a Nestorovski, fino a giovani come Grot e Augustin. Certo che un investimento importante porterebbe Babacar ad essere ancora una volta in discussione, anche perché l’idea di gioco di Pioli prevede – così come Sousa e a tratti Montella – un’unica punta, tra 4-3-3 e 4-2-3-1. C’è chi considera Babacar pronto per avere una chance da titolare viola (sulla carta), chi invece lo giudica non adatto per una Fiorentina che vuole davvero tornare in Europa. E lui, Baba, ha sempre ribadito l’amore per Firenze. Ma anche la voglia di giocare titolare, di avere fiducia, e non fare più – a prescindere – l’ombra di qualcuno. L’arrivo di Pioli potrà servire anche a risolvere questa riflessione, a prendere una decisione e magari a far coesistere Babacar (che ha il secondo ingaggio più alto del gruppo viola, circa 1,4 milioni) e il nuovo attaccante che andrà a sostituire Kalinic. Una competizione aperta, senza gerarchie. Magari un tandem a due punte. Oppure una scelta netta, tra Baba e non Baba.

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