
Queste le parole di Giancarlo Antognoni ai microfoni di Radio Bruno, presente all’ottavo Memorial Mario Calzolai, evento di beneficenza per la Fondazione Bacciotti: “Totti? È un addio abbastanza clamoroso, dopo vent’anni di carriera nella stessa squadra. Cose che capitano raramente. Lui merita ciò che il pubblico, non solo romanista ma italiano, gli attribuisce. Una perdita per il calcio italiano, speriamo che poi venga valorizzato come dirigente, dato che sarà la sua nuova professione e sicuramente la svolgerà nel modo migliore. Simile alla mia storia? Sì, è simile ed è una delle ultime. Più si andrà avanti col tempo meno possibilità ci saranno per i giocatori di rimanere tanti anni nella stessa squadra, sopratutto giocatori di un livello così elevato”.
“Andare a Losanna è stato un passaggio importante per me, per disintossicarmi dal giocare a calcio a livello elevato. Ho raggiunto la tranquillità quando ho smesso. Forse, se Totti riuscisse a diminuire la tensione che si accumula in tutti questi anni di carriera smetterebbe in modo diverso. Dirigente? Per me è stata un’esperienza positiva: mi ha permesso di vedere il calcio in un modo diverso. Potrà esserlo anche per Francesco, anche se credo che lui rimarrà alla Roma, come è giusto che sia. Sentimenti a fine carriera? Smettere è sempre difficile, però ad un certo punto ti accorgi che le gambe non sono più quelle di una volta”.

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Redazione LaViola.it