
Adesso la stagione della Fiorentina è veramente finita. Con il sesto posto conquistato dal Milan sono state spazzate via le ultime flebili possibilità di conquistare l’ultimo posto in Europa League. Rimane solo l’inutile partita contro il Pescara, dove probabilmente le notizie arriveranno più dagli spalti che da quanto accadrà in campo.
Nelle settimane scorse i dirigenti viola, dal presidente Cognigni al direttore generale Corvino, hanno sottolineato che questa resta una stagione in linea con quanto fatto negli ultimi anni. Forse. Resta il fatto che questa Fiorentina ha fallito tutti gli obiettivi sportivi che si era prefissata di raggiungere.
Le responsabilità? Certamente di tutti, non potrebbe essere altrimenti. Paulo Sousa? Certamente anche lui. Ha fatto tanti errori ma non può essere il maggior responsabile. Perché se così fosse la Fiorentina avrebbe già risolto i suoi problemi, visto che non sarà più l’allenatore dei viola. C’è chi dice che la società ha sbagliato nel non mandarlo via dopo l’eliminazione dall’Europa League contro il Borussia Mönchengladbach, convinti che con qualsiasi altro allenatore questa Fiorentina sarebbe potuta arrivare addirittura quarta o quinta. È bene ricordare, invece, che domenica la Fiorentina lotterà per non arrivare ottava, e una vittoria potrebbe non bastare. Impossibile non sottolineare le responsabilità di tutta la squadra, ottima contro le grandi, debole contro le piccole.
Alla Fiorentina, però, i problemi nascono molto prima, la scorsa estate. Quando viene deciso di investire diversi milioni di euro (alla fine saranno circa 20) per giocatori ai più sconosciuti, lo dice la loro carriera, e non in grado di migliorare o aumentare il tasso tecnico di questa squadra. A tutto questo c’è da aggiungere un altro errore: quello di aver voluto rovinare l’ossatura della squadra a campionato in corso, puntando poi sempre sugli stessi giocatori.
Da sempre l’ossatura di una squadra competitiva e vincente si basa sul portiere, sul difensore centrale, sul centrocampista e sull’attaccante. Quattro giocatori, quattro ruoli, che sono l’anima dei qualsiasi squadra.
È vero che alla fine la professionalità deve superare qualsiasi problema ma ancora una volta la società viola, con la sua strategia di rinnovo dei contratti, si è data la zappa sui piedi. In una stagione dove la Fiorentina era in lotta su tre fronti non si può arrivare col proprio difensore centrale, col proprio capitano, con Gonzalo Rodriguez a pochi mesi dalla scadenza del contratto. Da novembre, con tutta una stagione davanti da giocare, tutti sapevano che l’accordo non era stato trovato e quindi deciso di lasciarlo andare via. Situazione simile con Badelj. Il giocatore, attraverso il suo procuratore, già la scorsa estate voleva lasciare la Fiorentina per andare al Milan di Montella. La Fiorentina disse di no per la proposta dei rossoneri era bassa ma poi è stato deciso di non rinnovare il contratto al giocatore stesso. Situazione simile con Tatarusanu. Nel gennaio scorso la Fiorentina ha deciso di portare a Firenze un portiere ‘importante’ come Sportiello, come dire al rumeno che la decisione per il futuro era stata presa. Infine, la vicenda Kalinic. I soldi dalla Cina per il giocatore erano tanti, la Fiorentina lo avrebbe ceduto anche per meno dei 50 milioni della clausola rescissoria, ma alla fine il giocatore è rimasto in viola con, probabilmente, la promessa di essere ceduto in Europa al termine della stagione. Una situazione, inutile nasconderlo, che portata avanti a livello emotivo e psicologico per tutta la stagione ha sicuramente creato molti problemi a questi giocatori ma non solo. Probabilmente doveva essere usato un modo diverso per tenere sempre la squadra ‘viva e concentrata’ fino al termine della stagione o almeno fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Poi, al termine della stagione la società avrebbe potuto fare le scelte che aveva già preso.
A tutto questo, poi, c’è da aggiungere il caso Bernardeschi. Che accetti o meno il rinnovo di contratto difficilmente il giocatore potrebbe rimanere in viola per più di una stagione. Le ambizioni dello stesso, le attenzioni di club più importanti ci sono già oggi. Figurarsi tra dodici mesi se soprattutto il giocatore continuerà a crescere e migliorare. Da parte sua la Fiorentina ha fatto comunque una offerta importante, 2.5-2.7 milioni a stagione più bonus. Il giocatore ha preso tempo, vuol capire prima che Fiorentina sarà quella del prossimo anno. In merito alla vicenda nel dopo gara di Napoli sono poi arrivate le parole di Corvino “Sul rinnovo di contratto chiedete a lui”, parole che sono sembrate più di rottura che di un sereno dialogo tra le parti. Forse, in Fiorentina si è capito che il giocatore non rinnoverà il suo contratto.
A proposito di Bernardeschi nelle ultime ore pare che stia decidendo di cambiare o meno il proprio procuratore. Da Bozzo a Di Campli, forse per approdare al Paris Saint Germain di Verratti. Vedremo se il tutto sarà confermato.
E adesso? Non resta che attendere le mosse future del presidente Cognigni e del Direttore Generale Corvino. Entro un mese, così è stato detto negli scorsi giorni ad alcuni tifosi e a una rosa ristretta e scelta di giornalisti, sarà svelato il progetto sportivo. Sulla base di quello e del mercato che sarà fatto si potrà valutare, capire, che Fiorentina sarà.
Difficilmente, per decisione, sarà una Fiorentina che lotterà per i primi quattro posti. Le prospettive sembrano essere altre. Parole e passato non sono più utili, adesso servono fatti concreti per il presente e futuro della Fiorentina.
Una cosa è certa: se la i Della Valle, il presidente Cognigni, il Direttore Generale Corvino vogliono far crescere il fatturato della Fiorentina per rendere la società più forte c’è un solo modo, e lo dicono i numeri degli altri club, serve giocare la Champions League. E per fare questo servono giocatori importanti, giocatori vincenti. La Fiorentina sabato a Napoli ha giocato contro una squadra molto più forte di lei. Ecco. La società di De Laurentiis ha fatto il cambio di passo tre anni fa, passando da 100 milioni di fatturato (come quello della Fiorentina oggi) ai 300 di oggi. Questo (lo dicono i bilanci) grazie agli introiti della Champions League. E di esempi ce ne sono molti altri. Prima la differenza tra i club lo faceva il botteghino con i biglietti e gli abbonamenti venduti, poi c’è stato l’avvento delle televisioni (tra Napoli e Fiorentina non c’è tanta differenza: 60 milioni quelli per gli azzurri, 45-48 quelli per i viola), adesso la differenza la fa giocare la Champions. E per tornare a giocare per la coppa delle grandi orecchie serve investire e grandi giocatori.

Di
Gianni Ceccarelli