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Ancora punti con le prime. Il paradosso continua. E la corsa all’Europa anche. Ma un tifo spaccato è quanto di peggio potesse accadere

Il paradosso è che contro le big la Fiorentina continua a macinare punti. Vittorie contro Juventus, Lazio, Inter, Roma, quasi vittorie contro Milan e Napoli, non bastano a riequilibrare gli scempi di Fiorentina-Crotone, la gara contro l’Empoli e quella di Palermo. Anzi. Il rendimento altissimo contro le squadre d’alta classifica non fa altro che aumentare la rabbia per partite regalate e che erano ampiamente alla portata di questa Fiorentina. Mentre per Pantaleo Corvino, le suddette buone prove rappresentano il buono di questa annata, per qualcuno sono proprio ciò che ha contribuito a creare un clima assai pesante attorno alla Fiorentina. Ovvero la sensazione che si potesse e dovesse fare di più contro squadre che insieme hanno messo insieme i punti della stessa squadra viola, o quasi. Sarebbe bastato avere maggiore polso della situazione, qualche innesto diverso rispetto ai quasi del tutto fallimentari acquisti arrivati in estate, ed un po’ di rabbia in più per centrare un’Europa che comunque non scalda il tifo viola. Anzi. La gestione di questa stagione sportiva da parte di tecnico, società, ed anche squadra, non hanno convinto a pieno.

Ma l’Europa adesso dista solo un punto. Due in realtà, visto gli scontri diretti con il Milan. E se è vero che il calendario non sorride alla Fiorentina, col Napoli al San Paolo sulla strada verso il sesto posto, da considerarsi partita dal quoziente di difficoltà massimo, mentre il Milan avrà in casa il Bologna, è altrettanto vero che questo Milan ha dimostrato di poter andare incontro a difficoltà enormi anche contro chi pare sulla carta avversario più agevole. E poi restano le statistiche. Al momento questa Fiorentina ha 5 punti in meno di quella dello scorso anno. Punti che ancora sono a disposizione. Ma soprattutto contro le grandi ha dimostrato di poter fare bene. Meglio che contro le piccole. Alla squadra va dato atto averci voluto credere ancora. Salvo per lo scivolone epico di Palermo, gara senza appello destinata a sostituire nelle recenti memorie il doppio ko interno con Verona e Cagliari già in B dell’era Montella, il finale di stagione potrebbe improvvisamente diventare dignitoso con due prestazioni importanti nelle ultime due gare, addirittura positivo con accesso all’Europa. Ma poi c’è l’ambiente.

Un Franchi diviso tra chi contesta, chi contesta coloro che contestano, chi accusa coloro che contestano quelli che contestano. La peggior eredità possibile ce questa stagione potesse lasciare è proprio questa. Nell’estate che, preliminari di Europa League o meno, segnerà un nuovo punto 0 dell’epoca Della Valle, ripartire da un ambiente così disastrato è quanto di peggio non poteva esserci. Lo scetticismo sarà il vero protagonista delle prossime settimane. Sempre che questo clima non lasci strascichi peggiori. Comunque la si veda e la si pensi su chi la Fiorentina la possiede. In questo senso le parole di Mario Cognigni sono da considerarsi positive. Ribadita la volontà di stare nei quartieri alti del calcio, e di provare a migliorarsi. Che ci si creda o no. E centrare l’Europa all’ultimo tuffo potrebbe ulteriormente stimolare la società. E calmierare un po’ una piazza, divisa, arrabbiata e delusa. Ma comunque innamorata. Da qualunque parte si stia.

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