
Laddove l’appeal per il mercato in entrata sarà garantito dai milioni di euro provenienti dalla Cina, non arrivare in Europa League non sarebbe certo una tragedia. Qua dove i milioni di euro da investire sul mercato possono arrivare solo attraverso eventuali cessioni, giocare o non giocare l’Europa può fare la differenza in chiave appeal. Mentre la Milano del pallone sembra ‘giocare alla meno’, su entrambe le sponde del Naviglio, la trasferta di Palermo rappresenta per la Fiorentina l’ultima vera chance di poter sperare di salire sul treno europeo. Che la programmazione possa essere stravolta da eventuali preliminari poco importa in zona Casette D’Ete. Giocarsi la possibilità di portare il marchio Fiorentina in giro per l’Europa è una priorità per i Della Valle, ed anche per Pantaleo Corvino che con una rosa quasi da rifare per intero potrebbe vedere la propria estate ancor più frenetica. Poco importa. La società vuole l’Europa. Quanto meno fare di tutto (ed oltre) per provare a lasciarsi alle spalle un biennio con più ombre che luci entrando comunque, e per il quinto anno di fila, nel palcoscenico europeo come base dalla quale ripartire per un nuovo percorso.
E’ ciò che vuole la società. E’ ciò che la squadra continua ad inseguire. Di occasione perse per migliorare il proprio ruolino in classifica ce ne sono state un’infinità. Ma se davvero la Fiorentina, intesa come gruppo di calciatori ed allenatore, avesse voluto mollare di occasioni ne avrebbe avute altrettante. Sarebbe sicuramente un bel biglietto d’addio da parte di Sousa. Che dica, o meno, le sue verità a fine stagione su quello che non ha funzionato in questi due anni, e ciò che ne ha modificato atteggiamento con la piazza e con i media, lasciare una Fiorentina ancora in Europa con mille difficoltà che si sono susseguite anche in questa stagione potrebbe addolcire la sua uscita di scena dai palcoscenici gigliati.
Senza il capitano Gonzalo Rodriguez, senza Nikola Kalinic. Poco importa. Di fronte ci sarà una delle peggiori squadre che hanno giocato in Serie A negli ultimi anni. E non solo nei numeri, ma anche a livello qualitativo. Un Palermo che in casa ha vinto solo una volta, che in caso di mancato successo contro i viola conoscerà la matematica certezza di andare in B, e che non vede l’ora di conoscere l’ufficiale sciogliete le righe per ripartire con una nuova proprietà dalla serie cadetta dopo un campionato disastroso in cui non si salva altro che Nestorovski. L’unico degno della Serie A, e che potrebbe essere viola l’anno prossimo. Il suo nome circola da tempo, ma sul cui valore sono tanti i dubbi anche all’interno della stessa società viola. Davanti sarà Babacar a guidare l’attacco viola, uno che in questo finale di stagione si gioca la permanenza in maglia viola.
Già perché questo finale di campionato servirà non solo alla Fiorentina per provare a centrare la qualificazione in Europa, o a Paulo Sousa per lasciare una squadra qualificata alla prossima E.L. con conseguente biglietto d’addio addolcito e da visita migliore per eventuali avventure future, ma anche a diversi giocatori per mettersi in vetrina in chiave mercato. C’è chi si gioca la conferma in viola, come Baba o Tello, chi cerca acquirenti come Badelj, chi la Fiorentina potrebbe anche vedere come Ilicic o Tatarusanu, e chi ha l’occasione di prendere confidenza col ruolo di leader per l’anno prossimo come Astori. Diversi i discorsi di Bernardeschi e Chiesa, che nel momento migliore della stagione viola hanno conosciuto il loro momento peggiore dal punto di vista di prestazioni e rendimento.
A Palermo c’è solo un risultato, i tre punti. In caso di mancato successo il clima attorno a questa Fiorentina si farebbe davvero pesante.

Di
Gianluca Bigiotti