Connect with us

News

Domenica con la Samp la 700° gara dell’era Della Valle. Col cruccio trofeo mai arrivato

Domenica a Genova saranno 700 tonde, una collezione viola che ha attraversato 15 anni e quattro categorie per traslocare anche in Europa, dagli spogliatoi più improbabili alla Champions – che notte a Liverpool! – frequentando tutte le sfumature calcistiche possibili. Non è un gran momento a livello di feeling e vibra nell’aria un rancore ammorbidito dalle tre vittorie consecutive, due in apnea dopo il novantesimo, monumenti alla tenacia di Kalinic, ma il traguardo delle 700 gare ufficiali targate Della Valle ripropone una lettura basata sui numeri. Che sono comunque imponenti, senza paragoni per volume nella storia viola. Più interpretazioni possibili, dipende dall’approccio di chi le prende in considerazione.
Il dato discriminante – e anche più dolente – è che in tutti questi anni non è stato vinto un trofeo, nonostante i Della Valle abbiano stabilito tra gli altri anche il record di partite internazionali disputate sotto la stessa gestione: 76. Di queste 36 vinte (46 per cento) , 24 pareggiate, 16 perse. Dati molto buoni a livello di quantità, sebbene durante la gestione Ridolfi la Fiorentina avesse avuto percentuali migliori (75 per cento dei successi nelle partite internazionali). Superiori anche le quote sotto la gestione Befani (66 per cento di vittorie) e Baglini (50). Altro calcio, sicuramente: meno soldi, più passione, il peso dei 3 punti per vittoria, categorie imparagonabili a livello strutturale, restano però a fare testo i numeri sugli almanacchi.

Il livello competitivo di un’azienda si misura in termini di successi e i Della Valle con il 46 per cento sono sul podio dopo Befani (51) e Longinotti (48), avendo oltretutto gestito rispetto a loro un numero di partite nettamente superiore (699 contro rispettivamente 378 e 157). Le sconfitte (27 per cento) rientrano nella media degli ultimi 70 anni viola, a metà fra il 36 per cento di Ridolfi e il 21 di Befani. E’ nel suo genere un record anche il numero ridotto degli allenatori, solo 10 in 15 stagioni, con Prandelli in testa (240 presenze) fino a Vierchowod (13). Si aggiunge al conto anche Guerini, con 2 partite dopo il licenziamento di Delio Rossi.
In quindici stagioni è successo di tutto – Calciopoli compresa – e in ordine cronologico oltre alle due promozioni (quella in serie C è stata «abbonata») la Fiorentina si è guadagnata una semifinale di Coppa Uefa (2008), la fase a gironi di Champions (2009), gli ottavi di finale di Champions e la semifinale di coppa Italia (2010), la finale di coppa Italia e gli ottavi di Europa League (2014), le semifinali di Europa League e coppa Italia (2015).
Certo, manca un trofeo. Assenza vistosa. Ma più ancora che da questa lacuna, che proprio un dettaglio non è, l’umore di molti tifosi sembra condizionato dal distacco sentimentale maturato nel corso degli anni; un gap che la proprietà ha provato a colmare dalla scorsa estate riavvicinando dirigenza e squadra alla città e aprendo finalmente la porta all’amatissimo Antognoni.

Passi formali dispersi nell’ambiguità di una stagione sfilacciata anche nei rapporti con Sousa, autoisolato nello spogliatoio con i giocatori, indispettito da mesi dopo il mercato flop del gennaio 2016. Quindi: tentativi di riconciliazione sul piano dei sentimenti e risultati che pagano anche la necessità di riequilibrare un bilancio economico in profondo rosso. Restano 699 partite, un impegno di 15 anni e un futuro che sicuramente potrebbe essere migliore.

93 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

93 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

93
0
Lascia un commento!x