Sousa, Di Francesco e i vertici (poco) segreti

FIRENZE e la Fiorentina hanno, a loro modo, dato un colpo micidiale alla palude delle abitudini del calciomercato. Segreti e trame oscure? Ma per favore… I depistaggi? Roba preistorica. E allora avanti tutta inaugurando una sorta di ‘viola style’ che proietta gli affari su un orizzonte completamente diverso rispetto al passato. Così, seguendo questo concetto rivoluzionario, diventa forse più semplice capire quanto accaduto negli ultimi dieci giorni davanti alla questione nuovo allenatore. La Fiorentina e Sousa hanno (da tempo) deciso che a giugno ognuno andrà per la sua strada? Ok, allora parlare del domani di entrambe le parti in causa può non essere più un segreto. E se lo dovesse essere (come accadeva fino all’altro ieri) sarebbe solo tempo perso. Una sorta di minusvalenza (volendo prendere in prestito il termine proprio dagli affari del pallone) sul piano dell’atteggiamento da tenere davanti a un rapporto che per tutti è ormai logoro. Finito.

DUNQUE, perché nascondere _ può aver pensato Sousa o chi per lui _ la presenza di uomini del Borussia Dortmund a Firenze? Magari al Four Season, anzi no, l’hotel era Villa Cora. Fatto sta che se il tecnico portoghese può essere uno dei candidati alla panchina tedesca (se non il favorito), nessuno avrà più da scandalizzarsi. E quindi se ne può parlare apertamente. A Firenze, certo. Mica al buio di una cantina. Dall’altra parte (registrate le smentite di rito), alzi la mano chi si è scandalizzato nel leggere che lunedì Di Francesco girellava, mani in tasca, passo veloce e sorriso di circostanza dalle parti del portone di casa Corvino. Nessuno scandalo. Se Di Francesco piace ai viola e loro lo vogliono, che male c’è se lui, passando da Coverciano per la Panchina d’Oro, ha fatto un giretto in direzione lungarni, proprio lì dove ha preso casa Corvino?