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Sousa rivela: “Ho nascosto i limiti della rosa. Ma ai dirigenti ho sempre detto…”

Per l’orgoglio, per se stessi, per cancellare l’immagine di squadra senza… denti che si sta diffondendo nel calcio italiano. Per Paulo ex mago capace di «imporre le mani» e oggi mago a… mani alzate. Probabilmente la classifica si è fatta irta quanto il Mortirolo, ma questo non deve permettere a Sousa e ai suoi giocatori di mettere i piedi a terra. Una prova di cuore, contro l’Atalanta che nei pronostici avrebbe dovuto guardare la schiena dei viola. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.

Per Paulo anche la necessità di dimostrare che i suoi uomini, quelli del «cerchio viola» non lo hanno mollato: «Basta guardare quello che accade in campo ed il campo è una garanzia. Tutti voglio crescere continuando a credere in quello che facciamo, provandoci sempre fino in fondo e dimostrandomi grande attaccamento. Non vedo risposte diverse. Nonostante tutto cerchiamo sempre di preparare le partite per vincerle. Il mio futuro? Io sono concentrato solo sul presente». Forse, magari, possibile, anche se è evidente che il tempo di Paulo «Magnifico Messere» dei premi a San Frediano è finito, ora gli slogan sono…altri. «Per me la vera Fiorentina è quella ambiziosa, aggressiva, che crea molto e controlla il gioco. Poi sappiamo che in alcuni momenti soffriamo e a causa di alcuni errori non abbiamo trovato il risultato. A volte siamo stati meno concreti oppure, per quanto poco fatto difensivamente, non siamo stati in grado di vincere».

«Anche lo scorso anno, quando abbiamo vinto molto, dicevo che non eravamo imbattibili. Solo che facevamo più gol dei nostri avversari, magari andando presto in vantaggio. Gli errori c’erano già, però l’entusiasmo ed i risultati coprivano un po’ tutto. Adesso, invece, siamo più esposti. Non è questo il momento di fare analisi approfondite, lo faremo più avanti. A volte ho anche preferito nascondere quella che era la mia percezione della rosa a disposizione, ma ai miei dirigenti ho sempre parlato in modo diretto, sapendo quali fossero i nostri limiti. Resta il fatto che per me, i giocatori che ho a disposizione rimangono i migliori al mondo e cerco di motivarli sempre: questo è compito mio».

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