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Paulo Sousa: “Europa League? Ci crediamo, vogliamo arrivare fino in fondo. Domani servirà un’altra impresa”

Conferenza stampa dal Franchi per Paulo Sousa, alla vigilia della sfida di ritorno contro il Borussia.

Sousa a Skysport“Loro sono una squadra costruita per la Champions e noi dovremo trovare maggiori motivazioni. Dobbiamo giocare con qualità collettiva e singola. Ci serve ancora una volta l’impresa, la gara perfetta”

Su Bernardeschi e Chiesa:
“Ho detto già tanto su di loro. Sono per prima cosa della nostra città. Sono sempre presenti sul campo, sia individualmente ma anche la voglia e il piacere di vincere con le loro prestazioni, la loro qualità. Spero che domani possano regalare il massimo che serve per vincere”

Sul futuro di Paulo Sousa:
“Io come posso affrontare il futuro? Come tutto, facendo bene nel presente. Cercare di fare il massimo con le prestazioni dei nostri ragazzi e vincere. Il pensiero mio è vincere domani e secondo me chi vince domani può arrivare fino in fondo all’Europa League. Io credo che noi abbiamo fiducia in quello che facciamo, dobbiamo onorare la nostra maglia e la nostra società. Noi crediamo nell’Europa League, passare il turno ci darà maggior fiducia per arrivare fino in fondo”.

Sul futuro di Gonzalo Rodriguez e Kalinic:
“Nikola è stato coinvolto in una situazione particolare. Alla fine ha fatto capire che non è una persona normale ma straordinaria. Ultimamente ha avuto qualche problema fisico che non l’ha fatto allenare bene. Per Gonzalo, se mi focalizzo sulle ultime due prestazioni fatte, sono contento così. Spero resti così fino al termine della stagione”.

Paulo Sousa in Sala Stampa:

Siete pronti a fare questo regalo a Firenze?
“Siamo e dobbiamo essere pronti. Al Borussia Park i nostri tifosi, in quello stadio, hanno fatto sentire cosa sono. In casa il loro apporto è fondamentale. Il Borussia ci ha messo in difficoltà nel primo tempo, cambieremo qualcosa per poter avere la partita in mano per tutti e i novanta minuti”

Cosa serve per vincere queste partite?
“Sicuramente la determinazione. Quando parlo di dare tutto senza limite vuol dire che bisogna anche superare il nostro limite. Poi serve la concentrazione, individuale e collettiva con decisioni al centro del gioco, dov’è la palla con le migliori decisioni”.

Dopo la vittoria contro il Borussia la sconfitta contro il Milan è stato un passo indietro?
“Sul piano del risultato sì. Per quello che ho visto e vissuto, avendo giocato dopo poco tempo la gara di San Siro, siamo stati superiori al Milan. Purtroppo non abbiamo vinto”.

Si sente di fare un appello ai tifosi viola?
“Per questo momento credo che 25mila spettatori sia un buon numero, rispetto anche ad altre piazze. La presenza e la spinta dei nostri tifosi è fondamentale per raggiungere gli obiettivi. L’importante dell’energia del Franchi, dei nostri tifosi, è unica e fondamentale”.

Sul futuro di Europa League e come si affronta la partita sul piano tattico il Borussia.
“Cambieremo qualcosa, soprattutto sul piano difensivo. Nel secondo tempo siamo andati bene. Dobbiamo essere concentrati e convinti, dobbiamo essere veloci nel far circolare la palla e trovare i momenti giusti per verticalizzare il nostro gioco. Su una cosa sono stato chiaro: per passare noi dobbiamo fare gol. I rapporti sono sempre uguali, dipende sempre dai risultati. Noi dobbiamo, io sono focalizzato per fare il massimo per vincere e onorare la maglia”.

Come ci si propone a una gara decisiva come quella col Borussia M.?
“Io sento da diversi mesi che la gara che dobbiamo giocare sia quella decisiva. Dobbiamo stare concentrati su quello che possiamo dare individualmente e collettivamente. Dobbiamo fare pressione sulla partita dall’inizio e cercare di vincere la partita. Sappiamo l’importante dell’avversario, sappiamo le difficoltà che incontreremo, ma alla fine servirà vincere e passare il turno”.

Il problema della concentrazione e dell’atteggiamento.
“Prima verifichiamo con tutti l’errore e poi lavoriamo per risolvere l’errore. Certo, a seconda dell’avversario le decisioni possono essere diverse. Noi dobbiamo cercare di migliorare i giocatori che abbiamo. Io non sono il tipo di allenatore che per risolvere un problema prende decisioni per far felice altri. Io lavoro per migliorare i ragazzi. In Germania dopo la partita ho spiegato perché alla fine ho fatto giocare Salcedo in quella posizione di campo. C’era un avversario da controllare, limitare, con determinate caratteristiche e così alla fine è stato.

Si parla spesso del suo futuro, tutto questo lo infastidisce?
“Non mi da fastidio sentir parlare del mio futuro, sono nel calcio da 30 anni. I ragazzi e tutti siamo professionisti. Lavoro e spingo al massimo per ottenere il massimo a livello collettivo”.

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