
Provate a immaginare un centrocampista con una certa vocazione offensiva, al massimo una punta esterna: giovane, nemmeno 23 anni, ovviamente in prestito, oneroso quando va bene (a chi vende), e in arrivo da altra squadra italiana. Magari pure italiano, assecondando la vocazione di questo strambo mercato d’inverno.
Somiglia all’acquisto più importante della vostra squadra del cuore? Il motivo è semplice: due calciatori su cinque acquistati a gennaio hanno caratteristiche simili. La chiamano sessione di riparazione perché dovrebbe aggiustare gli errori fatti in estate, in realtà – numeri alla mano somiglia più a un giro in centro nell’ultimo giorno dei saldi: c’è chi si danna per trovare il capo giusto, né una taglia di meno né uno zero di troppo sul cartellino. E chi – pochissimi – compra già dalla nuova collezione. Anche per questo, disegnare un ritratto dell’acquisto invernale è impossibile.
Ma un identikit, ecco, quello non è un’utopia. Anche in un campionato in cui l’Inter si permette di investire 25 milioni per Gagliardini – ma prendendolo formalmente in prestito – mentre altri devono accontentarsi di attingere ai noleggi. Di certo, tra quelli che a gennaio hanno siglato un contratto con una squadra di serie A tanti sono prodotti del made in italy: 22 su 57. Centrocampisti, in prevalenza: ventuno, contro 19 attaccanti, una dozzina di difensori e cinque portieri. Non tutti, ma quasi, low-cost: il colpo di riparazione è per definizione economico.
E almeno una quarantina di questi sono stati acquistati per meno di un milione: più della metà in prestito. Quasi inevitabile allora che l’Italia per il traffico di calciatori tra il 3 e il 31 gennaio, non sia nemmeno vicina ai vertici mondiali della spesa. Domina, e non sorprende granché, la Cina: 200 milioni di investimenti, appena più della carissima Premier (che ha venduto a cifre anche più alte).
Davanti ai club di serie A, quinti al mondo nella classifica degli spendaccioni, pure francesi e tedesche: e la Juve è l’unica delle italiane nella top 10. Il Genoa in Italia è quella che ha comprato di più: otto novità, quasi una squadra intera, nella solita ottica della rivoluzione costante che inquadra la gestione Preziosi.
Tanti in uscita – Rincon, Pavoletti – e tanti in arrivo. Tra questi, pure l’unico colpo di gennaio andato sin qui a segno in serie A: Hiljemark. Curioso invece il caso di Lecce e Parma: i salentini hanno investito 850mila euro, più di Palermo e Crotone, i gialloblù ne hanno spesi 300mila, più del Pescara. Insomma, per salire dalla Lega Pro alla serie B, c’è chi spende più di chi vorrebbe evitare di retrocederci.
In linea con il trend del risparmio pure l’ultimo giorno di trattative. Ma se fino a lunedì aveva dominato il made in italy, sul gong sono arrivati quasi solo giocatori dall’estero: qualche nome noto (Mounier, El Kaddouri) pescato nel circuito interno, egregi sconosciuti (Hateboer, Simic) e giovanissime speranze (Abukar Mohamed, Valencia). Loro nell’identikit del colpo di gennaio, si riconoscono pochino.

Di
Redazione LaViola.it