LA RICERCA di un buon terzino destro un giorno finirà e con questa anche le battute – alcune splendide – che da anni circolano sul conto della Fiorentina, ostinatamente incapace di rinnovarsi in quel ruolo difensivo rimasto come memo dell’incompletezza. Suo malgrado Tomovic, che per solidarietà potremmo ribattezzare il «povero Tomovic», è dunque anche il simbolo di mancanze non sue, essendo poi rimbalzata la Fiorentina anche sui difensori centrali. Ma il problema che ricorre, così sonoro che possiamo sentirne anche il rumore, è quello del terzino destro: la sintesi che qualcosa la dietro non funziona nella programmazione, nelle scelte, nella convinzione di investire su giocatori che facciano sicuramente la differenza, mentre il capitano Gonzalo si sta avviando verso lo svincolo.
A questo va aggiunta una statistica molto jellata, perché ogni grave errore di Nenad corrisponde (diciamo all’80 per cento) a un gol segnato dall’avversario in partite importanti, in situazioni critiche o quando ci si aspetta un salto di qualità. Altri suoi compagni sbagliano e l’azione sfuma, se la papera è di Tomovic invece Tata può prepararsi a raccogliere la palla in rete.
DOPO cinque stagioni e 157 partite, poco altro resta da aggiungere sul conto di Tomovic, se non che da quando è partito Ujfalusi in quel ruolo si sono alternati in molti (Comotto, Zauri, Cassani, De Silvestri, Rosi, Richards, Roncaglia) e che in questa stagione sono arrivati Salcedo e Diks, recentemente scavalcati in un assetto a tre da un centrocampista riciclato a fare il difensore (Sanchez).
La ricerca del terzino destro continuerà, ma poco questo ha a che fare con le scelte di martedì sera a Napoli: Sousa ha affidato a Tomovic il ruolo di centrale per sostituire Gonzalo e in panchina sono rimasti De Maio e Salcedo, che per mestiere e inclinazione avrebbero potuto ricoprire meglio la posizione vacante. Una scelta doppiamente rischiosa da parte dell’allenatore, che ha sottoposto un giocatore – già nel mirino – allo stress di incrociare una squadra velocissima e tecnica negli scambi avanzati. Tomovic da parte sua ha aggiunto una quota di inspiegabile ricerca di eleganza nei controlli e nelle uscite palla al piede, pagata poi con il gol nato da un suo errore.
Ovviamente, viene da aggiungere. L’altro rischio di Sousa, che in un anno e mezzo ha comunque perso due giocatori che si chiamano Savic e Alonso, è stato più ’politico’: il rilancio di uno degli arrivi estivi (De Maio o Salcedo) lo avrebbe coperto maggiormente anche agli occhi di chi ha puntato su di loro per rinforzare il reparto. E invece abbiamo visto com’è andata a Napoli: complimenti per l’atteggiamento, non per l’insieme dei dettagli ancora una volta poco vincenti.

Di
Redazione LaViola.it