
Erano i giorni del dopo Montella. Quelli che, dopo settimane di tensioni, dovevano riportare la calma. In corsa, per la panchina della Fiorentina, rimasero in tre: Paulo Sousa, Donadoni e Ventura. Il resto, è storia. Compresa quell’inevitabile riferimento al passato.
“Paulo Sousa gobbo di m…”, scrisse qualcuno su un muro del Bar Marisa. Eppure, il portoghese, ci mise pochissimo a far cambiare il vento. Era il 6 luglio del 2015 e, in Santo Spirito, squadra e nuovo allenatore si presentavano ai tifosi. “Chi non salta bianconero è…”, cantò la gente e Paulo, senza fare una piega, iniziò a saltare. “Degobbizzato” nel giro di un amen. Da quel momento, e per tutta la prima parte del campionato, tra Firenze e Paulino è stato amore. Selfie, parole dolci, il primo posto in classifica.
Tutto bellissimo. Pian piano però, quel feeling si è perso. Basta farsi un giro sui sociali network, o ascoltare le radio, per rendersi conto di quanto (oggi) i fiorentini abbiano perso fiducia nel loro condottiero. Ma chissà. Una vittoria, domani sera, potrebbe riportare la pace. Vincere contro la Juve per riaccendere l’entusiasmo e per regalare (almeno) una grande gioia ai tifosi. È questa la missione.
Paulo Sousa lo sa, e farà di tutto per riuscirci. Un po’ come nel ‘97 quando, da ex, alzò la Champions League (con la maglia del Borussia Dortmund) in faccia ai suoi vecchi compagni. Non si lasciò bene, con l’ambiente bianconero. Colpa (raccontano sussurri torinesi) di un duro scontro con la Gea, società che allora dominava il mondo del calcio e del mercato. Venne quindi la cessione e, nemmeno un anno più tardi, la vendetta. Servita gelida.
E pensare che da quelle parti (nei tifosi e nei compagni) Sousa ha lasciato ricordi splendidi. Una Champions, uno Scudetto, una Coppa Italia ed una Supercoppa. Tanta roba. C’è una persona, in particolare, con la quale il tecnico viola ha saputo costruire un rapporto speciale: Andrea Agnelli. Un’amicizia vera, “sopravvissuta” ai veleni e al trascorrere degli anni. Per questo, oggi, sono in molti ad immaginare una nuova vita in bianconero per Paulo. Una voce che gira da un po’, per la verità.
Già lo scorso anno, quando Allegri pareva ad un passo dall’addio, si fece il suo nome. Adesso ci risiamo. Max è tentato dall’Inghilterra, dicono a Torino, e la Juve ha messo Sousa in cima alla lista dei suoi possibili eredi. Chissà. Di certo c’è che il portoghese, salvo clamorose sorprese, a fine stagione lascerà la Fiorentina. Questione di ambizioni. «Voglio vincere la Champions entro i cinque anni», disse Paulino qualche mese fa.
La Vecchia Signora, in questo senso, potrebbe dargli una mano. Ipotesi, suggestioni, “manipolazioni”?. Chissà. Prima, comunque, il tecnico venuto da Viseu ha un compito. Battere i bianconeri (dopo le tre sconfitte su tre rimediate da allenatore viola), chiudere al meglio la sua strana avventura fiorentina e, magari, convincere definitivamente Agnelli a riportarlo sotto la Mole. Una cosa è certa. Per lui, esattamente come per tutta Firenze, quella di domani sera non sarà una partita come le altre.

Di
Redazione LaViola.it