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Editoriali

6 giugno – 6 luglio: un mese di Presidenza Commisso. “Roma non fu fatta in un giorno”, così come la Fiorentina. Servirà pazienza. Montella-Pradé sono una garanzia

La nuova proprietà si è insediata da un mese. E servirà pazienza per allestire la nuova Fiorentina

E’ passato soltanto un mese da quando Rocco Commisso ha preso ufficialmente il ‘comando’ della Fiorentina. Era esattamente il 6 giugno scorso quando con una nota sul sito ufficiale la società viola passava di mano dalla famiglia Della Valle al magnate italoamericano. Dettaglio, questo, che è passato un po’ sottotraccia. Ma la tempistica così velocizzata che ha portato al closing, non era cosa scontata. Anzi. Solitamente per operazioni di questo tipo occorrono mesi. Altre volte addirittura anni. Come nel caso del Milan.

Ed è più che normale dover fare i conti con qualche ritardo anche sulla costruzione della squadra che verrà. Un mese dopo, infatti, la Fiorentina poteva essere ancora nella fase di ‘due diligence’. E in quel caso il ritardo sarebbe stato molto più ampio.  Invece, la voglia di ‘fare fast’ di Commisso ha velocizzato l’iter. Ma adesso non può essere rinfacciata al nuovo proprietario viola come qualche sostenitore impaziente inizia a fare visto che il mercato in entrata non è ancora di fatto partito.

Mettici poi che sul groppone della nuova società ci sono oltre 70 calciatori a libro paga. Molti non funzionali che dovranno essere piazzati altrove. Illogico pensare che al 6 di Luglio, con un ds nuovo, operativo da neanche una settimana, un allenatore che è stato comunque sotto osservazione e poi confermato, un mercato nuovo ancora da conoscere, che la Fiorentina potesse aver acquistato altri 20 calciatori.

E aggiungici casi delicati e spinosi. Come Chiesa, che comunque la si veda non è una situazione scontata. Perché se per molti l’accostamento alla Juventus può essere visto come solamente un rumors, il silenzio che si protrae da settimane e mesi dal fronte del calciatore e del suo entourage dinanzi a voci, volontà, preaccordi, e intese di massima, è più che un segnale. In altri momenti sarebbero piovute smentite. Invece, tutto tace. In attesa di un incontro tra le parti. E poi c’è il nodo Dragowski. La Fiorentina non ha avuto esitazioni a lasciar partire Lafont per affidare al polacco la maglia numero uno. Tanto da andare a escludere il ritorno di Viviano per virare su Terracciano come vice. Ma non ha fatto i conti con le richieste dello stesso portiere polacco. La Premier spinge per Drago, che vuole un adeguamento di contratto importante. E le parti si dovranno riaggiornare. Mossa che gli uomini mercato viola non si aspettavano. Veretout è un altro caso. La Fiorentina non è disposta a fare sconti. Il francese vuole andar via. E trovare un accordo che soddisfi tutti non è cosa immediata.

Milan Badelj, invece, è più di una idea. Montella stravede per lui, Pradé lo porto a Firenze, ma Corvino lo la ha lasciato andar via andando allo strappo col centrocampista croato per qualche centinaia di mila euro. Lui vorrebbe tornare, ma trattare con Lotito sarà tutt’altro che semplice. Inglese, Cutrone, e i tanti altri calciatori accostati alla Fiorentina sono nomi che piacciono, interessano, e per i quali la Fiorentina si è mossa facendo sondaggi e offerte. Ma nei primi giorni di mercato, vige la logica dello sparare alto. E così è stato. Troppo alto per obiettivi interessanti, ma non certo fenomenali. Diverso è il caso di De Paul. Ma prima di affondare il colpo sul calciatore dell’Udinese serve liberarsi di esuberi e cedere Veretout.

Ci vorrà tempo e pazienza, insomma. Anche ‘Roma non fu costruita in un giorno’, recita un antico proverbio. Ma la coppia Pradé-Montella è sinonimo di garanzia. Anche nel 2012 i tempi per l’allestimento di quella che è stata una delle più belle fiorentine degli ultimi anni, ci volle tempo. E i colpi veri, quelli che poi fecero fare la differenza ad una squadra che incantava sia in Italia che poi in Europa, arrivarono tra metà luglio e agosto. E così sarà anche a questa tornata. La fiducia dei primi giorni dell’era Commisso non deve essere perduta. Le intenzioni di far bene ci sono tutte. E fin qui sono arrivate tante bellissime parole. Con la piena volontà da parte della nuova proprietà di far corrispondere a quelle parole anche i fatti.

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