Connect with us

News

Pericolo anonimato. La Fiorentina o svolta o sarà destinata a vivacchiare

Ancora non è stata scollinata mezza stagione e sul molto che resta da giocare volteggia il pericolo del possibile anonimato, un grigiore che poco aiuterebbe a gestire anche il lungo, sempre più probabile addio di Sousa. Senza obiettivi sarebbe davvero mesta la convivenza verso la separazione consensuale.

L’allenatore – diventato il bersaglio della critica anche per le discutibili scelte tattiche e/o di formazione – non può essere l’unico terminale dello sfogatoio: mercato piatto, stagione ondivaga e squadra predisposta a giocare buone mezze partite, o anche meno, alternando acuti e flop. Responsabilità da condividere e non da scaricare.
Sousa sembra comunque incapace di uscire da questa situazione, in pubblico è davvero prigioniero della piattezza con non-analisi che spiegano solo la sua volontà di non spiegare; «sono focalizzato», dice Sousa, ma non riesce ad aggiungere qualità o fantasia per rendere autonoma la squadra, blindarla dalle tensioni e far emergere la vitalità del suo lavoro: solo per restare alla storia recente gli improbabili esperimenti di Genova (Milic, Zarate fuori ruolo, più Vecino trequartista per quasi metà partita) e il sistema di gioco del primo tempo contro la Lazio hanno confermato la modesta ispirazione di un tecnico arrivato con altre aspirazioni.

La squadra invece si è ripiegata su se stessa e un veloce ripasso ’tattico’ dell’annata ripropone un film senza colpi di fantasia: nelle prime 9 partite è stato riproposto il vecchio modulo (3-4-2-1) con interpreti non più evidentemente in grado di sostenerlo senza sorprendere gli avversari, poi c’è stato il cambio di passo con il 4-2-3-1. Troppo tardi per trovare continuità? Dopo otto risultati positivi sono arrivati gli stop contro il Paok e l’Inter, la situazione è tornata delicata e le tre faticose vittorie contro Palermo (al 93’), Qarabag e Sassuolo non hanno risolto i problemi. Semmai li hanno nascosti. E poi senza Borja a Genova e senza Borja/Badelj contro la Lazio è stato riproposto il centrocampo a due con Sanchez, che difetta chiaramente nella fase di costruzione; superiorità numerica fissa per gli avversari, un gap evidente contro la Lazio attrezzatissima nel reparto. A questo si sono aggiunte le modestissime prestazioni di Tello, che hanno reso vago il modulo che punta sull’aiuto fondamentale degli esterni. Nuovo cambio in arrivo, con scoperta del 4-3-1-2?

A Roma gli ingressi di Cristoforo e Zarate hanno un po’ cambiato gli equilibri, la Lazio certo ha abbassato il ritmo, eppure più della buona ripresa viola è rimasto impresso il senso di un’occasione buttata, o mal utilizzata. A margine di tutto questo ci sono alcuni scricchiolii e la libertà di pensiero sul rigorista pochi vantaggi ha prodotto. E gli sguardi intercettati fra Bernardeschi e Ilicic, che ha perso la patente di cecchino, dicono forse più di molte parole.

26 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

26 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie News

26
0
Lascia un commento!x