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23 anni e non sentirli. Castro è già leader, tecnico e umano. E sabato ritrova il Milan

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Gaetano Castrovilli è sempre più maturo e leader per la Fiorentina. Sia in campo, a livello tecnico, che umano. L’ultimo episodio con Vlahovic

Giusto il tempo di spegnere le candeline che è già tempo di pensare al Milan per Gaetano Castrovilli. Non c’è tempo per distrarsi troppo quando si ha fame di arrivare in alto. Quella che lo ha sempre contraddistinto in campo e fuori.

VENTITRE E NON SENTIRLI. Gioca da veterano, disegna calcio, e con una costanza spaventosa. Eppure, giusto ieri, ha tagliato il traguardo dei 23 anni. Il tutto al primo anno di Serie A dopo aver calcato i campi di provincia tra Cremona e Bari in B. Ed essersi sempre rialzato, anche quando il menisco lo ha costretto ai box per diversi mesi. E non aver perso lo spirito giusto quando nella ripresa della gara col Genoa di poche settimane fa si è accasciato a terra facendo spaventare tutti. Tifosi, addetti ai lavori, e amanti del calcio.

LEADER TECNICO. E’ ormai un leader tecnico Gaetano Castrovilli. Quelli a cui passi il pallone e pensi ti possa risolvere le partite. E non è un caso se è al secondo posto assoluto in Serie A per dribbling riusciti.

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Con un divario con Boga che si è ampliato solo a causa dello stop forzato del pugliese. Che è sempre sul podio dei calciatori più ‘picchiati’ in Serie A.

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Perché Castrovilli non ha paura di prendere il pallone in mezzo al campo, non in zone banali, e di saltare l’uomo. O di mandare in porta i compagni.  Per quanto gli assist a referto siano solamente due, la giocata che ha permesso a Vlahovic di metterla dentro a Marassi sul tiro respinto di Dalbert guarda caso parte dai suoi piedi. E il rigore di Ramirez pure. Il tutto in una gara neanche tra le migliori.

ALL’ANDATA. E sabato riecco il Milan. Quella sera di un girone fa, a San Siro, sì che mise a referto una delle gare più belle della sua stagione. Gol, primo in Serie A, giocate e rigore procurato (poi fallito da Chiesa). Quello che era una sorpresa, un girone dopo, è sempre più solida certezza. E con margini di crescita esponenziali che fanno di Castrovilli uno dei centrocampisti potenzialmente più forti del nostro calcio.

LEADER IN CAMPO E NELLO SPOGLIATOIO.  Leader tecnico, col pallone tra i piedi, ma non solo. Perché le doti umane di questo ragazzo colpiscono ogni partita di più. Dal richiamo in campo a Sottil quando venne sostituito (protestando) durante Fiorentina-Cittadella al cazziatone per Vlahovic domenica a Marassi: “Fare quell’esultanza sotto la loro curva fa male agli avversari, è una cosa che non si fa. Gli ho detto di calmarsi e di far calciare il secondo rigore a Chiesa”. Il tutto passando per l’esultanza col Sassuolo dedicata a Ribery appena messo ko da Tachsdisis e le belle e continue parole per un compagno di reparto come Benassi al quale ha tolto per tutto un girone il posto da titolare.

Il tutto, come detto, a 23 anni appena compiuti. E col sogno Italia. Ma in punta di piedi, aspettando in un cenno da parte di Roberto Mancini per prendersi anche la ribalta con gli azzurri all’Europeo. Magari, perché no, tornando anche a segnare come un girone fa già da sabato, contro il Milan.

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