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2012-2019, la metamorfosi del gioco di Montella: stesso modulo, ma addio possesso palla

Affinità e differenze rispetto alla prima versione della Fiorentina montelliana: resta il 3-5-2, meno possesso palla e più gioco in verticale

L’assenza di risultati, soprattutto in coda alla passata stagione, stava preoccupando seriamente i tifosi. Con le ultime due vittorie consecutive, l’ultima di grande prestigio a San Siro contro il Milan, la Fiorentina si è rialzata e con essa il suo tecnico Montella, che dalle critiche è passato agli applausi. Ma quanto è cambiato il gioco di Vincenzo rispetto alla sua prima avventura in maglia viola?

NUOVI INTERPRETI. La Fiorentina del Montella 2.0 è ben differente da quella che a partire dal 2012 stupì il calcio italiano con un gioco spumeggiante e pieno di qualità. Questo nonostante al momento il modulo adottato dall’ex allenatore di Milan e Siviglia sia lo stesso con il quale ha iniziato la sua avventura a Firenze, il 3-5-2. Non poteva essere diversamente: gli interpreti a disposizione del tecnico gigliato sono ben diversi da quelli visti nella precedente esperienza, soprattutto a centrocampo.

ADDIO POSSESSO PALLA. Non abbiamo più una mediana formata da palleggiatori di grandissimo livello come Pizarro, Borja Valero, Aquilani e Mati Fernandez, ma un centrocampo più muscolare e dinamico. La tecnica non manca, evidenziata dai colpi di classe di Castrovilli e dalle capacità in cabina di regia di Badelj e Pulgar, ma la squadra non punta più a dominare la partita nel possesso palla. La Fiorentina, infatti, ad oggi si trova al dodicesimo posto in Serie A per percentuale di possesso palla (solo il 47,6%), mentre nella prima parentesi in viola di Montella la Fiorentina stazionava fissa nelle primissime posizioni di questa speciale classifica.

Possesso palla della Fiorentina attuale

Possesso palla viola nella stagione 2012-13

PRESSING E FASE D’ATTESA. Spesso la Fiorentina di oggi preferisce lasciare il pallino del gioco all’avversario per poi ripartire in contropiede, fondamentale in cui interpreti come Chiesa e Ribery sono fenomenali. In alternanza al gioco d’attesa, quando i viola scelgono di non difendere bassi si assiste ad un pressing alto ben eseguito da tutta la squadra.

Un pressing a volte rischioso in caso di aggiramento, visto che in numerose occasioni la Fiorentina accetta di giocare uno contro uno in difesa, ma altrimenti non risulterebbe così efficiente. Questa aggressività spesso consente il recupero palla in zone di campo pericolose, ovvero la trequarti avversaria. Anche la prima Fiorentina di Montella in certe fasi della partita si alzava per pressare gli avversari, ma spesso dopo il recupero palla si tornava indietro per fare palleggio. Oggi, invece, appena la palla viene recuperata si punta dritti verso la porta.

NUOVA FILOSOFIA. Insomma, al calcio orizzontale ricco di qualità del primo triennio montelliano si è sostituita una grande ricerca della giocata in verticale (mai priva di qualità, grazie ad interpreti come Castrovilli e Ribery). Poco importa se si tiene meno il pallone. Questione di interpreti, ma non solo. Non a caso Montella ha indicato come suo attuale riferimento in panchina Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool che predilige un gioco tutto pressing e verticalizzazioni piuttosto che una costruzione ragionata della manovra.

Da una Fiorentina ‘guardiolana’ ad una ‘kloppiana’, con le dovute proporzioni. Il Montella-bis propone una ricetta diversa, ma il gioco dei viola resta più che godibile. Sperando che i risultati alla lunga possano raggiungere o addirittura superare quelli della sua prima, splendida, Fiorentina.

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