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‘Ricomincio da qui’. Benassi, tra fascia e reti. Pro e contro per suo un posto da titolare

Dopo l’ottima prova col Cittadella Marco Benassi è tornato prepotentemente in corsa per una maglia da titolare. Già col Torino. Pro e contro di una sua presenza dal primo minuto

Marco Benassi ricomincia da qui. Il centrocampista viola, con tanto di fascia al braccio (cosa non casuale) segna una doppietta al Cittadella e dà le risposte che da lui ci si attendeva. Nonostante l’esplosione di Gaetano Castrovilli che lo ha scalzato dal ruolo di titolare, le tante panchine e i 250 minuti scarsi messi in archivio in tre mesi di stagione prima di ieri, e le voci di una sua possibile partenza sia in estate che già in ottica gennaio, l’ex Toro ha risposto alla sua maniera. Reti, due, e prestazione. Con la possibilità, a Torino, domenica in campionato, di bissare la presenza dal 1’ di ieri. Con dubbi e interrogativi di sorta.

BENASSI PERCHE’ SI’

Vena realizzativa – Due gol, che in totale fanno 16. Dopo i 9 centri dello scorso anno, con il ‘titolo’ di capocannoniere della Fiorentina della passata stagione, Benassi è ripartito da dove si era fermato, segnando. Anche col Sassuolo, avrebbe timbrato il tabellino, se l’arbitro non avesse fischiato non si sa cosa. Una delle sue migliori qualità, dunque, è stata confermata anche ieri, ovvero la vena realizzativa e gli inserimenti.

Gli attaccanti non segnano – E in questo momento in cui le punte viola non trovano la via del gol (solo Vlahovic col Cagliari e Chiesa con la Lazio hanno segnato nelle ultime 8 gare ufficiali), la facilità di andare a segno di un centrocampista come Benassi può tornare molto utile.

Attaccamento e fascia – Pradé stesso lo aveva sottolineato. E Castrovilli rimarcato. Proprio nel giorno del rinnovo di contratto del talento pugliese, fu l’otto viola a evidenziare quanto preziosi fossero consigli e indicazioni in settimana dello stesso Benassi. E non è un caso se l’ex Cremonese abbia siglato tre reti in avvio di stagione, la prima, in Serie A. Non è un caso se ha indossato la fascia in assenza di Pezzella. Perché nonostante il poco spazio avuto fin qui in questo avvio di stagione complicato, non ha mai fatto polemica, mai alzato la voce, e ha provato a farsi trovar pronto quando chiamato in causa. L’attaccamento, a lui, di certo non manca.

Pulgar-Badelj – Per molti l’ex Bologna e l’ex Lazio hanno caratteristiche troppo simili. E la loro coesistenza non giova alle dinamiche di gioco della Fiorentina. Ecco perché, come col Cittadella, proporre Pulgar da vertice basso con compiti di regia, come fatto a Bologna, e inserire Benassi potrebbe essere una soluzione.

Rendimento di Badelj – Il croato, se si esclude qualche gara come quella di San Siro col Milan, è una delle note negative dell’avvio di stagione. Lento, di gamba e di testa, impacciato, e lontano parente del miglior Badelj che nell’ultima parte di avventura viola era andato via con più di qualche rimpianto. Forse, dopo averlo resto un intoccabile, Montella potrebbe provare a cambiare.

Torino da ex – Stando all’immediata attualità, contro il Torino Benassi avrà più di un motivo per far bene. Contro la sua ex squadra ha già segnato due volte.

BENASSI PERCHE’ NO

Castrovilli e la spinta – Proprio il fatto che Castrovilli sia un intoccabile di Montella, inevitabile per il rendimento straordinario del giovane viola, rende un po’ più rischioso l’inserimento dal primi minuto sia dell’ex Cremonese che di Benassi. Entrambi, infatti, sono molto propensi alla spinta, facendo delle doti nell’inserimento un loro punto di forza. Ma a quel punto, soprattutto contro squadre fisiche, e in gare esterne, la Fiorentina rischierebbe problemi di equilibrio.

Palleggio – Se Benassi ha dimostrato di avere un fiuto del gol eccellente, non altrettanto si può dire delle doti di visione di gioco e palleggio. Già in estate, quando ancora il centrocampo doveva essere costruito quasi per intero e Montella lo schierava sempre da titolare, spesso ha evidenziato qualche difficoltà nel fraseggio e nel palleggio. Tanto che Pioli, i primi tempi, lo faceva giocare esterno nel 4-2-3-1, e proprio quando il Torino passò ad un centrocampo a due finì per essere relegato sempre al ruolo di alternativa.

Costanza – La costanza di rendimento è un altro suo punto debole. Anche l’anno scorso, nonostante i tanti gol messi a referto, per intere partite scompariva dal campo. E per scalare le gerarchie, su questo, dovrà dimostrare di essere cresciuto.

Domenica, a Torino, potrebbero già arrivare diverse risposte. La sua, intanto, Benassi l’ha data.

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