Errare è umano, perseverare è diabolico. E quando l’errore si ripete con tale costante frequenza, evidentemente qualcosa non funziona. Quella che fino a qualche mese fa era la seconda/terza difesa del campionato continua a prendere imbarcate clamorose.
I tre gol contro il Napoli di fine dicembre hanno aperto le danze per un reparto arretrato sempre in costante difficoltà. I tre gol contro il Genoa, il gol di Pescara, e buona parte del disastro dell’Olimpico hanno fatto il resto. E se il bersaglio della critica era diventato Nenad Tomovic, adesso è tutto il pacchetto difensivo a destare preoccupazione. Per dirla alla Paulo Sousa, potrebbe essere questione di prese decisioni individuali e collettive sbagliate, con una costante: meccanismi completamente sbagliati sulla linea del fuorigioco.
Il gol contro il Genoa e l’esatta fotocopia di quello incassato da Dzeko con Sanchez che va per i fatti suoi ignorando la linea difensiva dei compagni. Con tanti ringraziamenti del Cholito prima e del bosniaco poi.
Prese decisioni collettive, o individuali? La domanda resta. Perché è altrettanto vero che se la squadra sbaglia i movimenti, e la riprova sta nel fatto che di gol la Fiorentina ne ha incassati 9 nelle ultime 5 partite, 17 nelle ultime 10, è innegabile come i limiti difensivi di Sanchez siano ormai diventati lampanti. Ottimo nell’uno contro uno, anche se contro Insigne ha patito le pene dell’inferno, ma sostanzialmente pessimo nel seguire i movimenti del resto del reparto. Anche perché non è un difensore.
È vero che in carriera lo ha fatto, in nazionale lo fa, ecc. Ma i meccanismi e l’intesa con un intero reparto non si interiorizzano da un giorno all’altro. E sarebbe forse limitato gettare la croce addosso allo stesso Sanchez, perché di base resta il discorso che in quel ruolo è adattato. E poco importa se c’erano o meno i vari Gonzalo Rodriguez o Astori, o Tomovic, o De Maio.
Non pare più essere una questione di singoli, anche se di tutti i difensori non se ne sta salvando uno a livello individuale nell’ultimo periodo, ma un concetto di fase difensiva che fa acqua da tutte le parti e decisamente da rivedere.
Analisi che Paulo Sousa dovrà fare a tutti i costi. Perché quando davanti non produci granché non puoi permetterti di lasciare autostrade, praterie, o varchi per prese decisioni sbagliate come sta facendo ultimamente la Fiorentina. Pena il prendere imbarcate o il mettere in salita gare come quella di Pescara o buttare al vento punti preziosi come quelli contro il Genoa.
Certo, alla luce di tutto questo, il discorso fatto da Pantaleo Corvino sul “non ci sono sul mercato difensori migliori dei nostri” è forse da rivedere. Ma se poi gioca un centrocampista adattato, evidentemente, la fiducia dell’allenatore nei difensori a disposizione è pari a 0. E qui si aprirebbe un altro capitolo, ovvero la sintonia tra chi ha portato a Firenze certi giocatori e chi invece ne schiera altri. Intanto serve un cambio di rotta, e immediato. La figura rimediata all’Olimpico non deve ripetersi. Comunque vada a finire la stagione e qual che siano gli obiettivi alla portata.
Di
Gianluca Bigiotti