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Chiesa, Milenkovic e non solo: vetrina Nazionale e valutazioni in rialzo. Ingaggi e incassi: il lungo mercato degli esuberi

Si chiude con l’assist per il momentaneo vantaggio di Zaza, in Italia-Olanda, la stagione di Federico Chiesa. Da Torino a Torino, dall’esordio a sorpresa in Serie A allo Stadium con Paulo Sousa a giocatore simbolo del nuovo corso della Nazionale: in due anni, una crescita impressionante per il classe ’97 viola, passato dalla Primavera a giocatore ammirato in tutta Europa, da prodotto del vivaio a una quotazione stellare.

Già, perché 6 gol e 9 assist avevano messo in luce il suo talento durante il complicato campionato con la Fiorentina, ma è in Nazionale che Chiesa ha visto definitivamente accendere su di sé i riflettori. Una vetrina che ha messo Fede in mostra a livello europeo: prima la bella partita contro la Francia, fatta di ‘strappi’, accelerazioni e belle parole di Mancini, Deschamps e addetti ai lavori, con paragoni ravvicinati con talenti del calibro di Mbappé, Dembelé e Griezmann. Poi l’ingresso a gara in corso con l’Olanda, con assist vincente e un gol sfiorato nel finale. ‘Quando ha la palla tra i piedi ti aspetti sempre una giocata importante’, i commenti ripetuti di volta in volta da chi vede da vicino Chiesa.

E il valore di Fede schizza in alto: 63 milioni per il Cies, forse qualcosa in più secondo le (‘gonfiate’) leggi del mercato attuale. Qualcuno parla di 70 milioni, con prezzo a salire in caso di asta tra club europei. Di sicuro, oggi Chiesa è un ragazzo d’oro che la Fiorentina deve gestire al meglio. Economicamente e tecnicamente, accompagnando la crescita di un talento dal futuro assicurato. Riuscire ad entrare in Europa, ad esempio, darebbe ancor più prestigio e spazio internazionale al classe ’97; soprattutto, costruire una squadra più competitiva aiuterebbe lo sviluppo e il completamento calcistico del giocatore.

Per il momento l’idea è andare avanti insieme (almeno) un altro anno, il giocatore (che ha rinnovato a novembre per poco meno di 2 milioni) non ha dato segnali contrari. Riuscirà, la Fiorentina, a non cedere alle offerte milionarie che pioveranno durante l’estate? E, in caso di cessione, verrebbe re-investita a dovere la montagna di milioni in arrivo? Interrogativi che dureranno per settimane, viste le cifre di cui si parla. Ora Chiesa andrà in vacanza, mentre Pioli spera di averlo con sé tra un mese a Moena. Dove non dovrebbe esserci, invece, Nikola Milenkovic. Non per il mercato (comunque imprevedibile), ma per il Mondiale. Il difensore sarà una pedina importante per il ct Krstajic: ieri sera ha giocato 90′ da centrale con la Serbia contro il Cile. Il viola è inserito nel girone con Costa Rica, Svizzera e Brasile, il palcoscenico è importante e non vede l’ora di affermarsi anche in Nazionale. È arrivato a Firenze per poco più di 5 milioni, è diventato titolare e ora vale almeno 3-4 volte tanto. E il Mondiale potrebbe far schizzare verso l’alto la valutazione.

La vetrina di Russia sarà poi importante per Carlos Sanchez. Reduce dalla positiva esperienza in Spagna, non verrà riscattato dall’Espanyol e tornerà di proprietà della Fiorentina: è in scadenza giugno 2019, ha un ingaggio importante (1,1 milioni netti) ma può sfruttare il Mondiale per attirare nuovi estimatori (si parlava della Cina). È tra i capitani e anima della Colombia, nel girone affronterà Giappone, Polonia e Senegal: senz’altro un’occasione ghiotta per essere protagonista.

Da qui parte il fronte di Corvino nel lungo mercato degli esuberi. Chi non ha convinto, chi deve essere piazzato per monetizzare o per ‘alleggerirsi’ di qualche ingaggio. Sanchez è il primo, poi i vari Tomovic (trattativa con il Chievo, tra riscatto e rinnovo del prestito), Maxi Olivera e Cristoforo (stimati in Sudamerica), Bruno Gaspar (piace in Portogallo e in Grecia), Eysseric (Udinese o rientro in Francia), Dragowski (prestito o cessione definitiva?), probabilmente Thereau, fino alle situazioni Falcinelli, Gil Dias e Lo Faso (tutti in prestito con diritto di riscatto – i primi due con legame biennale). Riuscirà, Corvino, a monetizzare? Non facile, vista l’annata complicata per molti di loro. Per Babacar al Sassuolo, invece, tutto definito: il giocatore è già neroverde, la Fiorentina ha incassato i 10 milioni di obbligo di riscatto previsti dall’accordo di gennaio.

Cifra importante che sarà utile per il mercato estivo. Rientrerà, tra gli esuberi, anche Riccardo Saponara? Pioli ci aveva puntato un anno fa per costruire attorno a lui la sua idea di Fiorentina, adesso però c’è la volontà di ripartire dal 4-3-3… senza trequartista. Che spazio potrebbe avere l’ex Empoli? Chissà che il mercato non possa aprirsi anche per lui. Mentre per Corvino e Freitas ci sono poi anche i tanti giovani da piazzare (e provare a valorizzare): Venuti, Diks, Castrovilli, Zekhnini, Vlahovic, Graiciar, Baez, Schetino, Salifu, Bangu, Zanon, Trovato, Minelli, Perez, Baroni, più i ragazzi che provengono dalla Primavera (Cerofolini, Hristov, Sottil, Gori, Valencic, Ranieri, Maganjic, oltre a Illanes (’97), Diakhatè, Pinto, Mosti e Caso (tutti ’98) che sono destinati a lasciare la Primavera per limiti di età). Qualcuno sarà portato a Moena e sarà una risorsa per Pioli, per tanti altri invece andrà trovata la situazione migliore. Cercando di far crescere e maturare ‘nuovi Chiesa’.

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